«Per un anno e mezzo abbiamo utilizzato lo scanner Atiz BookDrive Mark 2, che ci ha venduto PageNet, all’interno di un progetto in cui era prevista la digitalizzazione del giornale L’Ora e parte de Il giornale di Sicilia. Abbiamo lavorato a pieno regime – anche con operatori esterni – e lo scanner non ha perso un colpo, pur digitalizzando 200.000 file» racconta così Giuseppe Cucco, responsabile dell’Ufficio del consegnatario, che da 38 anni si occupa di acquisti e manutenzione nella Biblioteca Centrale della Regione Sicilia. Oggi purtroppo lo scanner viene usato molto meno.

Perché? Per due motivi. Innanzitutto perché gli impiegati non hanno direttive che impongano l’utilizzo e in secondo luogo perché il progetto di fatto è concluso. Servirebbe continuare a digitalizzare manoscritti perché la ripresa a 45 gradi è fondamentale sia per i libri presenti nella nostra biblioteca sia per le rilegature antiche.

Avete tanti materiali che si potrebbero digitalizzare? Decisamente sì. Abbiamo un milione tra libri e periodici. Siamo la Biblioteca Centrale della Regione Sicilia. Abbiamo testi del Settecento con rilegature molto fragili che necessitano uno scanner adeguato, altrimenti il rischio è che si smembri la rilegatura. In questo senso lo scanner che ci ha fornito PageNet è stato risolutivo.

In che senso? L’Atiz BookDrive Mark 2 ha due macchine fotografiche che funzionano ad incrocio ed è necessario per le tipologie di testi che custodiamo.

Insomma, il lavoro sarebbe immenso e richiederebbe molta cura. Che cosa manca? Manca un progetto, a cui lavorare con passione e dedizione. Io ho molto a cuore questo ambiente: venivo qui a studiare da studente. Questo edificio è del 1772, è stato un collegio dei gesuiti, una chiesa e ora una biblioteca. Abbiamo tesori inestimabili e desideriamo che tornino ad essere consultabili dal pubblico.


Scopri gli scanner planetari Atiz per la digitalizzazione di testi antichi e fragili e chiedi un consiglio al nostro tecnico.